Questo articolo si propone di esaminere le recenti esperienze dello SME alla luce di alcune considerazioni teoriche sul ruolo dei tassi di cambio nel processo di aggiustamento. Viene cosi innanzitutto sostenuto che le tesi estreme spesso avanzate - secondo cui in economie altamente aperte e fortemente indicizzate, quali quelle dei paesi CEE, il cambio non svolgerebbe alcun ruolo "reale" nell'aggiustamento - non sono corrette. Ciò non solo in base a considerazioni empiriche sull'efficacia del cambio nel modificare direttamente i
prezzi relativi - e in particolare il salario reale - ma soprattutto in quanto queste tesi non considerano le implicazioni dell'imposta da inflazione sul debito pubblico connessa a svalutazione e aumento differenziale nei prezzi; l'assorbimento reale interno è cioè funzione della svalutazione anche tramite meccanismi di interazione tra spesa reale e variazioni nella ricchezza reale desiderata.
In conclusione, si verificherebbero gravi costi di breve periodo in termini di occupazione e sviluppo se i paesi a moneta tendenzialmente debole bloccassero i cambi rispetto a monete strutturalmente forti, in assenza di altri interventi atti a favorire la convergenza complessiva delle diverse economie. Nella seconda parte del lavoro, si dimostra che lo SME si sta gradualmente allontanando dalla teoria del sistema previsto a Brema e Bruxelles, che sottolineava, tra l'altro, la sinergia di progressi paralleli nel campo degli accordi di cambio, della creazione di un Fondo monetario europeo, e della ristrutturazione del bilancio comunitario. In mancanza di interventi paralleli di integrazione "reale", con particolare riguardo alle divaricazioni negli sviluppi dei rapporti salari nominali/produttività e dei saldi delle finanze pubbliche, si argomenta che lo SME sta evolvendo verso un meccanismo di tassi di cambio a parità mobili ("crawling peg"). Vengono infine formulate proposte volte a ricondurre il sistema verso la filosofia iniziale di strumento atto a far riprendere il processo di integrazione economica e monetaria in Europa.